Priorità della vita e dove trovarle

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    Vi capita mai di sentirvi come un criceto sulla ruota?
    Di aver perso la bussola, dove stiamo andando e perché?

    Sono dove sono (a livello geografico, lavorativo, affettivo ecc.) perché è il frutto di una serie di scelte fatte man mano nel tempo e che non rinnego.
    A suo tempo sono state fatte perché sentivo che era giusto così e appunto non solo non me ne pento ma ne vado anche fiera.

    E fin qui tutto bello.

    Solo che da un po' mi sembra di "seguire" questo flusso, questa traccia segnata, un po' per inerzia.
    Ci vogliono nuovi stimoli, mi è stato suggerito.
    Cosa fatta e che faccio.

    Ma al di là iscriversi a corsi, provare a cambiare lavoro (entro i limiti del raziocinio avendo io mutuo ecc.), conoscere nuove persone e via dicendo, ho quella sottile ma decisa sensazione di aver perso di vista i miei valori, le mie priorità, ciò che per me è realmente importante.

    Probabilmente ciò è dovuto al fatto che col tempo non invecchiamo solamente ma cambiano anche le nostre esigenze e appunto le priorità, non so.

    Sono un po' confusa e mi chiedo se sia almeno in parte una sorta di passaggio (del tipo qualcosa che può accadere a una certa età) oppure se è qualcosa di specifico della mia situazione.

    Non sento di avere "problemi", le cose che non mi vanno si possono cambiare e ci sto lavorando. E non sono cose gravi, si tratta di avere perseveranza e agire.
    Quindi non è che sono insoddisfatta di qualcosa, è più una generale perdita di senso.

    Come si fa a capire cosa è davvero importante per noi?
     
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    E' solo un momento di crisi di passaggio che io ed il mondo stiamo attraversando...

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    CITAZIONE (Metropolitan @ 14/4/2024, 14:38) 
    Probabilmente ciò è dovuto al fatto che col tempo non invecchiamo solamente ma cambiano anche le nostre esigenze e appunto le priorità, non so.

    Penso sia esattamente questo.
    Ho attraversato un momento simile quando ad un certo punto mi sono chiesta un banalissimo "e adesso?", dopo aver raggiunto determinati obbiettivi senza però aver trovato una quadratura al tutto.

    Raggiunto un obiettivo, ne mettevo subito un altro, raggiunto quello, avanti il prossimo.
    Poi si rivoluziona tutto e si ricomincia da capo.

    Da qui l'amara constatazione che il raggiungimento della felicità attraverso degli obiettivi è un inganno che non ti renderà mai felice sul momento, poiché siamo geneticamente portati a cercare "sempre di più" e non essere mai soddisfatti per motivi banalmente evolutivi come l'ansia di sopravvivenza (ma qui ci sarebbe da fare un discorso a parte).

    Compreso questo, almeno nel mio caso, ho un po' stravolto la mia visione della vita ed ho cercato di essere più radicata nel presente e nel coltivare quanto ho attorno.

    CITAZIONE
    Come si fa a capire cosa è davvero importante per noi?

    ... e non credo che ci sia una risposta unica che vada bene per qualsiasi essere umano.

    Penso che una cosa del genere sia parte di questo viaggio unico che è la vita del singolo, tanto che non esiste una ricetta magica che possa andar bene per tutte le persone.

    L'unica cosa che ci accomuna è che abbiamo tutti un tempo limitato e che bisogna usare questo tempo in modo costruttivo per essere sereni facendo cose affini a sé assieme a persone affini a sé.

    Ma all'atto pratico non saprei proprio spiegare di più, proprio perché è una sensazione che bisogna sperimentare come singolo, difficile che possano essere gli altri ad indicare la via.

    Per me è stato un viaggio introspettivo, qualche libro giusto, cambiamenti nelle mie abitudini, ripartizioni del mio tempo con le persone affini e politica più selettiva con le persone da avere intorno.

    Ma non posso dire che sia la soluzione definitiva per chiunque.
     
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    Lo vivo anche io sto periodo e decisamente forte. Il fatto è che si è ad un bivio, perché il proiettare per un domani, limitatamente perché non sono in condizioni di fare grandi ribaltoni attualmente, non fa bene, anche il fare questo poi quello , e poi altro, è un inganno, perché tutto puntato al poi. Ma la unica dimensione che è vivibile è oggi perché esistiamo oggi, il passato è andato, il futuro non è ora.
    Perdere la bussola è normale ad ogni età, perché noi non siamo sempre uguali, mutiamo come le piante. Questo stato arriva a dirci che non siamo in sintonia col nostro io interiore.
    La vita ognuno se la trova poi da sé. Sarebbe patologico rimanere sempre uguali, immutati a fare la solita routine tutta la vita. Probabilmente ci aspetta un grosso cambiamento interiore che deve riaffiorare. Essere perfettamente adattati in questa società con le sue richieste assurde, di obiettivi, successi, aspettative, è patologico.
     
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    CITAZIONE (Metropolitan @ 14/4/2024, 14:38) 
    Vi capita mai di sentirvi come un criceto sulla ruota?
    Di aver perso la bussola, dove stiamo andando e perché?

    Direi abbastanza frequentemente.

    CITAZIONE
    Probabilmente ciò è dovuto al fatto che col tempo non invecchiamo solamente ma cambiano anche le nostre esigenze e appunto le priorità, non so.

    Credo proprio di sì! E nel momento in cui succede non è così immediato comprendere ciò di cui abbiamo bisogno.
    Non saprei dirti dove poter trovare le tue priorità, in quanto sono molto personali e legate alla propria storia. La ricerca affannosa, per quel che mi riguarda, mi ha sempre portato a seguire strade fini a sé stesse. È anche vero che come esseri umani siamo sempre alla ricerca di qualcosa ed abbiamo bisogno di stimoli per andare avanti. Ma se gli stimoli diventano eccessivi è possibile perdere il filo.

    CITAZIONE
    Come si fa a capire cosa è davvero importante per noi?

    Non saprei, non credo ci sia una risposta uguale per tutti. Personalmente il pensare al presente mi aiuta, permette di vedere la realtà per quel che è e mi permette di selezionare le cose che hanno un valore in quel preciso momento. In qualche modo consente di fare un po' di "pulizia", come quando devi rimettere in ordine una stanza. Questo potrebbe consentirti di selezionare le cose e trovare cosa ha senso tenere e cosa no, e nel caso cosa cercare.
     
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    QUOTE (Metropolitan @ 4/14/2024, 08:38 AM) 
    Sono un po' confusa e mi chiedo se sia almeno in parte una sorta di passaggio (del tipo qualcosa che può accadere a una certa età) oppure se è qualcosa di specifico della mia situazione.

    Penso che sia abbastanza normale, con l'età e l'esperienza cambiano sia la sensibilità sia le esigenze.
    Poi il fatto di vivere in una società post industriale dove sei portata a ricevere -anche per il solo fatto di essere donna- tutta una serie di pressioni aggiuntive esterne, non ti aiuta a sentirti realizzata. La sensazione comune è che manchi sempre qualcosa che non hai raggiunto, o non hai fatto, qualcosa che magari (almeno a me) ti faccia sentire inadeguata.
    Allora stai lì, a girare, sulla ruota senza sapere esattamente il perché ed il come.
    Nella società precedente c'erano meno variabili, sicuramente era meno dinamica e più povera di opportunità ma quantomeno uno sapeva che ruolo aveva, che prospettive aveva. Oggi non è più così, le donne d'oggi sembra che debbano essere...tutto.
    Tutto questo non aiuta a farti sentire centrata.

    Anche solo a leggere le risposte, ci siamo passate tutte.


    Il fatto che sia qualcosa di comune non deve farti sentire meglio, ma solo consapevole che non sei assolutamente sbagliata.
    Anche io spesso penso se tutto questo mi vale la pena. Sí ok, la carriera, stipendio, viaggi, opportunità etc etc però poi ne vale la pena, se praticamente per motivi lavorativi vivo da sola? Mancano altre cose.

    Poi però mi concentro sulle piccole cose che mi rendono felice...nel quotidiano: leggere un bel libro, aperitivo con un'amica, lavorare in giardino, anche volare quando posso.
    La felicità sono piccoli momenti, non tutto il giorno ma tutti i giorni....e mi concentro su quelli per capire cosa vale la pena e cosa no.
    Io ti consiglio di spendere energie su ciò che ti rende felice, perché sono cose più immediate e possono un po' calmarti nel quotidiano, darti qualche indicazione.
    La serenità invece è un altro discorso...quella è più difficile da raggiungere perché è uno stato mentale più stabile. Vedo la felicità come una cosa effimera, e la serenità come il vero obiettivo da raggiungere.

    Chi può dirsi sereno è davvero fortunato, io ti auguro di poterlo essere perché da quello che ho letto credo che sia ciò che un po' ti manca. Il problema è che essere sereni è come aprire una porta senza serratura, che si apre solo se non vuoi aprirla (la terza porta della storia infinita, per chi ha letto il libro).... Si è sereni quando si trova una stabilità di obiettivi e priorità, o si capiscono quali sono le nostre priorità ed obiettivi quando siamo sereni?
     
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    CITAZIONE (Le Luci Della Centrale Elettrica @ 14/4/2024, 15:49) 
    CITAZIONE (Metropolitan @ 14/4/2024, 14:38) 
    Probabilmente ciò è dovuto al fatto che col tempo non invecchiamo solamente ma cambiano anche le nostre esigenze e appunto le priorità, non so.

    Penso sia esattamente questo.
    Ho attraversato un momento simile quando ad un certo punto mi sono chiesta un banalissimo "e adesso?", dopo aver raggiunto determinati obbiettivi senza però aver trovato una quadratura al tutto.

    Raggiunto un obiettivo, ne mettevo subito un altro, raggiunto quello, avanti il prossimo.
    Poi si rivoluziona tutto e si ricomincia da capo.

    Da qui l'amara constatazione che il raggiungimento della felicità attraverso degli obiettivi è un inganno che non ti renderà mai felice sul momento, poiché siamo geneticamente portati a cercare "sempre di più" e non essere mai soddisfatti per motivi banalmente evolutivi come l'ansia di sopravvivenza (ma qui ci sarebbe da fare un discorso a parte).

    Compreso questo, almeno nel mio caso, ho un po' stravolto la mia visione della vita ed ho cercato di essere più radicata nel presente e nel coltivare quanto ho attorno.

    CITAZIONE
    Come si fa a capire cosa è davvero importante per noi?

    ... e non credo che ci sia una risposta unica che vada bene per qualsiasi essere umano.

    Penso che una cosa del genere sia parte di questo viaggio unico che è la vita del singolo, tanto che non esiste una ricetta magica che possa andar bene per tutte le persone.

    L'unica cosa che ci accomuna è che abbiamo tutti un tempo limitato e che bisogna usare questo tempo in modo costruttivo per essere sereni facendo cose affini a sé assieme a persone affini a sé.

    Ma all'atto pratico non saprei proprio spiegare di più, proprio perché è una sensazione che bisogna sperimentare come singolo, difficile che possano essere gli altri ad indicare la via.

    Per me è stato un viaggio introspettivo, qualche libro giusto, cambiamenti nelle mie abitudini, ripartizioni del mio tempo con le persone affini e politica più selettiva con le persone da avere intorno.

    Ma non posso dire che sia la soluzione definitiva per chiunque.

    In effetti non l'ho specificato ma quello che avrei voluto aprendo questo thread è conoscere esperienze altrui, poi ognuno deve trovare il suo modo. Il suo equilibrio.

    Quello che dici lo sento molto, rispecchia quello che provo.
    Quel "Ok e adesso?"

    Perché di quello si tratta. Come dici tu: si raggiunge un obiettivo, poi un altro e si ricomincia da capo.

    Diciamo che adesso, dopo un po' di obiettivi raggiunti, questo 'processo' mi è chiaro.
    Mi sento un po' come nella favoletta del Re Nudo.. mi sono accorta di qualcosa che è sotto gli occhi, proprio lì davanti a me.

    Cambiare abitudini, essere più selettiva sulla gestione del mio tempo... stravolgere un po' lo status quo.
    E' qualcosa che sto già facendo eppure mi sembra di non afferrare in profondità il nocciolo della questione.

    Di nuovo, non spero che qualcuna salti su e mi dica la sacra verità che cambierà la mia vita =)

    Sono riflessioni a voce alta, mi chiedo se in questa continua spinta a ricercare nuove mete non ci sia pure qualcosa che è sotto ai miei occhi, eppur non lo vedo.

    CITAZIONE (Lostonyou @ 14/4/2024, 16:15) 
    Lo vivo anche io sto periodo e decisamente forte. Il fatto è che si è ad un bivio, perché il proiettare per un domani, limitatamente perché non sono in condizioni di fare grandi ribaltoni attualmente, non fa bene, anche il fare questo poi quello , e poi altro, è un inganno, perché tutto puntato al poi. Ma la unica dimensione che è vivibile è oggi perché esistiamo oggi, il passato è andato, il futuro non è ora.
    Perdere la bussola è normale ad ogni età, perché noi non siamo sempre uguali, mutiamo come le piante. Questo stato arriva a dirci che non siamo in sintonia col nostro io interiore.
    La vita ognuno se la trova poi da sé. Sarebbe patologico rimanere sempre uguali, immutati a fare la solita routine tutta la vita. Probabilmente ci aspetta un grosso cambiamento interiore che deve riaffiorare. Essere perfettamente adattati in questa società con le sue richieste assurde, di obiettivi, successi, aspettative, è patologico.

    Ma secondo me uno dei punti è arrivare ad una tale consapevolezza di sé da capire quali sono questi obiettivi inculcati dall'esterno (contesto di crescita, sociale, ecc.) e quali sono davvero le cose che ci fanno stare bene, che danno significato e valore al nostro tempo.
    E sì, è qualcosa di molto personale questo. Purtroppo/per fortuna nessuno da fuori può darci risposte e indicarci le strade.
    Sicuramente quando si arriva a fare questo tipo di ragionamenti è in atto, anche se sottotraccia, un'aria di cambiamenti profondi.

    CITAZIONE (Aves @ 15/4/2024, 07:03) 
    CITAZIONE (Metropolitan @ 4/14/2024, 08:38 AM) 
    Sono un po' confusa e mi chiedo se sia almeno in parte una sorta di passaggio (del tipo qualcosa che può accadere a una certa età) oppure se è qualcosa di specifico della mia situazione.

    Penso che sia abbastanza normale, con l'età e l'esperienza cambiano sia la sensibilità sia le esigenze.
    Poi il fatto di vivere in una società post industriale dove sei portata a ricevere -anche per il solo fatto di essere donna- tutta una serie di pressioni aggiuntive esterne, non ti aiuta a sentirti realizzata. La sensazione comune è che manchi sempre qualcosa che non hai raggiunto, o non hai fatto, qualcosa che magari (almeno a me) ti faccia sentire inadeguata.
    Allora stai lì, a girare, sulla ruota senza sapere esattamente il perché ed il come.
    Nella società precedente c'erano meno variabili, sicuramente era meno dinamica e più povera di opportunità ma quantomeno uno sapeva che ruolo aveva, che prospettive aveva. Oggi non è più così, le donne d'oggi sembra che debbano essere...tutto.
    Tutto questo non aiuta a farti sentire centrata.

    Anche solo a leggere le risposte, ci siamo passate tutte.


    Il fatto che sia qualcosa di comune non deve farti sentire meglio, ma solo consapevole che non sei assolutamente sbagliata.
    Anche io spesso penso se tutto questo mi vale la pena. Sí ok, la carriera, stipendio, viaggi, opportunità etc etc però poi ne vale la pena, se praticamente per motivi lavorativi vivo da sola? Mancano altre cose.

    Poi però mi concentro sulle piccole cose che mi rendono felice...nel quotidiano: leggere un bel libro, aperitivo con un'amica, lavorare in giardino, anche volare quando posso.
    La felicità sono piccoli momenti, non tutto il giorno ma tutti i giorni....e mi concentro su quelli per capire cosa vale la pena e cosa no.
    Io ti consiglio di spendere energie su ciò che ti rende felice, perché sono cose più immediate e possono un po' calmarti nel quotidiano, darti qualche indicazione.
    La serenità invece è un altro discorso...quella è più difficile da raggiungere perché è uno stato mentale più stabile. Vedo la felicità come una cosa effimera, e la serenità come il vero obiettivo da raggiungere.

    Chi può dirsi sereno è davvero fortunato, io ti auguro di poterlo essere perché da quello che ho letto credo che sia ciò che un po' ti manca. Il problema è che essere sereni è come aprire una porta senza serratura, che si apre solo se non vuoi aprirla (la terza porta della storia infinita, per chi ha letto il libro).... Si è sereni quando si trova una stabilità di obiettivi e priorità, o si capiscono quali sono le nostre priorità ed obiettivi quando siamo sereni?

    Ah boh, se avessi la risposta...
     
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    Da ciò che scrivi, si capisce che ci stai riflettendo da un po’ e questo è un passaggio obbligato anche se, non è continuando a pensare e ad analizzare, spaccando il capello in quattro (cosa che io ho fatto per tanto tempo), che si trovano facilmente le risposte che cerchi tu…

    Penso che tante persone entrino, in certi periodi della vita, in quella mentalità da “nastro trasportatore” che porta a inseguire ciò che pensano di dover fare: gli studi, la laurea, il lavoro, la casa (la lista degli obiettivi si può allungare e personalizzare quanto si vuole) ma poi arriva puntualmente quel momento in cui scendiamo dal nastro trasportatore per chiederci: “E adesso?”.

    Perché la verità è che viene facile seguire certi modi di essere precostituiti. Sia perché subiamo una sorta di osmosi familiare e/o culturale, sia perché cerchiamo di definirci attraverso ciò che vediamo intorno a noi. Inoltre, spesso le priorità sono tali solo in rapporto all’urgenza che hanno nel complesso della nostra vita.

    Per poter stabilire delle priorità, devi ascoltarti e riflettere con consapevolezza rispetto alla tua situazione. Devi saper riconoscere le opportunità, sfruttando le tue emozioni che sono fondamentali per creare la motivazione a fare qualunque cosa.

    Purtroppo, però, la complessità vive nella nostra mente e anche nella nostra vita. Ma la complessità ci domina e ci allontana dalle nostre priorità autentiche perchè ci sparpaglia in una miriade di dettagli inutili e di preoccupazioni…

    Rispetto a questa complessità non so proprio cosa consigliarti se non di provare a esprimere un desiderio nel silenzio e il più lontano possibile dal rumore della vita quotidiana, senza catene e senza pensare che non si può fare. Anche se irraggiungibile o folle, il solo atto di esprimerlo ti aiuterà a capire quali sono le tue priorità. Perché le persone sono fatte di cose che cambiano e la tensione verso qualcosa di non ancora raggiunto, non si allenta mai del tutto ma ci aiuta a tracciare la strada. Come diceva lo stregatto ad Alice nel Paese delle Meraviglie: se non sai dove vuoi andare, poco importa quale strada prendi…
     
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    Temo che la vita sia un susseguirsi di "e ora?", a varie riprese. Virginia Woolf scrisse da qualche parte che una donna (ad esempio) conosce dei cicli di cambiamento ogni 13 anni. 13, 26, 39, 52, ecc.
    Ha un certo senso. Noi non stiamo mai ferme, dentro di noi.
    Non so dare formule magiche a nessuno, l'unica cosa che ho imparato durante i miei (tanti) anni è che ogni scelta nostra (o non scelta, che è la stessa cosa ) era giusta per quel momento. Quel lavoro non accettato, quella relazione trascinata per anni senza un perché, quell'attività nuova...ogni cosa in realtà va bene, fino a quando non siamo pronte per altro, e la vita sceglierà per noi (talvolta). Oppure saremo noi, a scegliere.
    Attualmente sto molto bene con me, faccio ciò che ritengo giusto per la mia vita, dico molti più "no", faccio programmi abbastanza limitati (entro pochi mesi).
    Non so se si tratti di "dare senso" alla mia vita, ormai sono più vicina alla pensione che al primo impiego, però c'è ancora tanto da vedere, da sentire, da fare, viaggiare...
    Occorre provare curiosità, il senso verrà da sé.
     
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    Come si fa a capire cosa è veramente importante per noi?

    La domanda della vita, praticamente.
    ogni fase che viviamo ha una sua scala di priorità. Un percorso può essere lineare o con molte curve e non tutte le priorità sono il frutto di una pianificazione razionale. Ma, per la mia esperienza, il vero scoglio non è tanto, o non è solo, riconoscerle in un preciso momento (che è comunque un bel passo in avanti!), quanto prendersene cura
     
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    CITAZIONE (Etoile @ 18/4/2024, 10:56) 
    Come si fa a capire cosa è veramente importante per noi?

    La domanda della vita, praticamente.
    ogni fase che viviamo ha una sua scala di priorità. Un percorso può essere lineare o con molte curve e non tutte le priorità sono il frutto di una pianificazione razionale. Ma, per la mia esperienza, il vero scoglio non è tanto, o non è solo, riconoscerle in un preciso momento (che è comunque un bel passo in avanti!), quanto prendersene cura

    Se ti va, riesci a spiegare meglio il tuo pensiero sopratutto quando scrivi: "prendersene cura"?
     
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    CITAZIONE (ilfuturononhamaiparlato @ 18/4/2024, 19:49) 
    CITAZIONE (Etoile @ 18/4/2024, 10:56) 
    Come si fa a capire cosa è veramente importante per noi?

    La domanda della vita, praticamente.
    ogni fase che viviamo ha una sua scala di priorità. Un percorso può essere lineare o con molte curve e non tutte le priorità sono il frutto di una pianificazione razionale. Ma, per la mia esperienza, il vero scoglio non è tanto, o non è solo, riconoscerle in un preciso momento (che è comunque un bel passo in avanti!), quanto prendersene cura

    Se ti va, riesci a spiegare meglio il tuo pensiero sopratutto quando scrivi: "prendersene cura"?

    per cura intendo attenzione, perseveranza in qualcosa che riconosciamo come prioritaria.
     
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    A me è successo tante volte di fare mille sforzi per raggiungere un determinato obiettivo e poi accorgermi di non volere più quel traguardo una volta conseguito. O di desiderare altro ancora. Anche perché io sono molto fantasiosa, sogno alla grande ma quando mi ritrovo nella situazione reale spesso mi rendo conto che non fa per me.

    Una ragazza a cui piacevo aveva una precedente ex totalmente diversa da me (ma proprio il mio opposto in tutto). Io non me ne capacitavo. Continuavo a chiederle " come faccio a piacerti io se ti piaceva quella? Non è possibile...avrai dei gusti no? Se ti piaceva quella, non posso piacerti io ora e viceversa..."
    Lei mi diede una risposta molto saggia e intelligente e anche se sono passati tantissimi anni è ben impressa nella mia mente. Mi disse "Mi piaceva lei perché avevo altre esigenze allora. Ero un'altra persona. Vivevo un altro tipo di vita che non vivo più."

    Mi ha fatto molto riflettere. Si cambia. I desideri mutano. Se ci accorgiamo di non essere felici o di annoiarci sulla strada che stiamo percorrendo occorre cambiare direzione. O introdurre perlomeno un po' di varietà e novità. "Voglio morire goduta" è il mio motto. E per morire così bisogna godersi il viaggio che questa vita ci offre. La meta è più che altro la scusa per continuare ad avanzare. La vera sfida è vivere il presente con l'entusiasmo con cui siamo partiti.

    Comunque non sei l'unica a sentirti così. A natale ho scomodato un vecchio contatto whatsapp per esprimere il mio malessere in proposito (aveva un account qui mi pare, credo fosse Ladynoir o qualcosa di simile, colgo l'occasione per un po' di pubblicità progresso) Credevo mi mandasse al diavolo, anche perché erano mesi che non ci sentivamo e io me ne vengo fuori con le mie paranoie, invece è stata molto gentile e carina e anche lei ha manifestato questa sensazione di non star combinando nulla di che nella vita, cosa peraltro, nel suo caso, sicurante non vera. Immagino sia comune voler attribuire alla propria esistenza un senso ultimo, un qualche tipo di valore. Io stessa ogni tanto mi angoscio a riguardo. E non ho buoni consigli da dare.
     
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    Sicuramente si cambia, ma io ho dei valori forti, pochi ma veri, che fungono sempre da bussola della mia vita, per cui anche quando mi sento completamente dispersa, ascolto la loro vocina per ritrovare la direzione. A me personalmente è la routine che crea senso di inutilità, o forse era la routine che vivevo che era diventata stretta, in genere il cambiamento è il mio motore e il mio stimolo.
     
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